PENSIERI SULLA PANDEMIA

Buongiorno, mi chiamo Gianluca, ho 55 anni e sono un libraio. Vivo la nostra pandemia (clausura) in maniera serena, con mia moglie Adriana che lavora da casa. Preoccupati per i nostri cari in altre città e chiaramente interessati al lato economico, visto che la libreria è chiusa e l’azienda dove lavora ma moglie, non se la cava molto bene. Abbiamo i nostri debiti e conti da pagare. Ho raccontato questo per presentarmi, e per capire che siamo tutti sulla stessa barca. E’ chiaro che ognuno ha i propri problemi, ma è altrettanto palese che tutti abbiamo i propri problemi.

pandemia
Un paio di settimane fa, ho avuto una pensata, cioè quella di capire che l’espansione della pandemia avveniva maggiormente nelle zone più inquinate. Non dico per certo che sia così, ma ormai diversi articoli propongono questa visione. D’altronde che non ci sia lombardo che non abbia problemi bronchiali è veramente difficile. Questo virus colpisce e quindi peggiora la condizione delle vie respiratorie e di conseguenza acuisce i problemi polmonari. L’incidenza di bronchite lombarde rispetto altre regioni, è elevata. Esiste anche uno studio che suggerisce anche che il virus si svilupperebbe maggiormente nelle fasce temperate cioè a una certa latitudine…ovviamente, la nostra!

Primo sottopensiero sulla pandemia

In tutto questo si moltiplicano le verità più o meno di regime o di contro-cultura, riguardo la provenienza del virus, rispetto la pericolosità della malattia, chi ci guadagna e perché. A chi sarà affidata la ricostruzione, avremo ancora un mondo così come lo conosciamo. E poi, soldi, soldi, soldi. Pare ce ne vorranno tantissimi e pare che nessuno li abbia…!
Possiamo raccogliere del buono da tutto questo? Non è dato sapersi.

Quel che veramente mi stupisce, è che nessuna ma proprio nessuno dica, che in fondo a casa con i propri cari, o anche da soli, si sta benone! Capisco che sia un concetto poco politically correct, nel senso della Ragion di Stato, dove tutti devono produrre e consumare…! Infatti come non si può non avere voglia di andare a farsi un aperitivo (sembra sia questa la preoccupazione maggiore…) insieme ad altra bella gente, a bere robe arancioni, e a parlare sempre più forte che tanto non ci si sente comunque, ma in fondo è lo stesso, perché in quelle situazioni non è che si dicano cosa molto intelligenti e quindi magari è anche meglio non ascoltarle.

Secondo sottopensiero sulla pandemia

Come non volere uscire almeno un paio di sere a cena, almeno un paio! dai, poi un cinemino vuoi mettere. Una serata dagli amici per un qualche motivo fondamentale, per il quale non si può proprio rimandare. E poi, le partite, alle quali normalmente appartengo! Come si può? La domenica si confonde con il giovedì, la mattina con il pranzo…una volta si faceva il brunch… solo un caffè appena svegli e subito fuori, in quel posticino così carino che fa un brunch veramente squisito e ricco.

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E’ vero, non si può neanche uscire in auto, e questo per un italiano medio, capisco sia un vero problema. Che l’aria in questi giorni sia più pulita, l’avete notato… si respira anche dai balconi dove ultimamente si canta che è una meraviglia, anziché farlo sotto la doccia che nessuno ti sente… dicevo, l’aria è più pulita e che non sia mai che magari questo migliori le nostre vite e alleggerisca l’attecchimento del virus, questo è molto poco importante, vuoi mettere con la soddisfazione di poter usare la macchina???
Pensa ai genitori da soli a casa, poverini! Beh, oltre alle legittime paure e alla pandemia in sé, possiamo dire, cari figli, che forse i genitori senza dover tenere i nipotini che sono tanto cari, e senza quei cambi di programma, classici delle nostre generazioni, magari, e dico solo magari, se la passano benone, con loro ritmi finalmente più umani!

Terzo sottopensiero sulla pandemia

Se c’è chi non riesce a star solo, se c’è chi anela alla socialità, se c’è chi brama le uscite serali, e che di tutto ciò se ne faccia una questione di necessità, beh allora forse, questo è veramente un insegnamento che ci sta piovendo addosso e che ci sta dicendo, di crescere, di diventare finalmente adulti, che abbiamo bisogno per il clima, per la natura, per la vita stessa, che noi tutti si faccia un salto in avanti in quello che è il percorso di una coscienza e maturità collettiva, perché è anni che lo dico, non basta più essere responsabili delle proprie azioni, ma dobbiamo esserlo per le conseguenze delle proprie azioni. Le conseguenze delle proprie azioni. Sarebbe bastato e basterebbe solo questo!

Ma qual’è allora l’insegnamento che la terra malata e i suoi abitanti abbisognano? Sarò retorico e dirò qualcosa di veramente banale. Anche se forse è la banalità a nascondere la verità, perché se ci si pensa bene, spesso la verità è banale! E allora, qual’è la via… Beh, è la Via dell’Amore, del rispetto, del tornare a vivere a ritmi più umani, è tornare a farsi il pane in casa con il lievito madre e farlo durare una settimana, è usare la macchina quando proprio è necessaria e magari mettersi d’accordo con i vicini, per gli spostamenti lavorativi.

Quarto sottopensiero sulla pandemia

Anziché costringere in dieci dodici giorni le nostre vacanze per andare oltreoceano, si potrebbero fare quindici o diciotto giorni in zone più vicine e magari anche meno conosciute e al posto degli aerei tornare a usare gli autobus. Abbiamo una tecnologia che se usata con intelligenza, potrebbe risolvere molti dei problemi attuali, ma come spesso accade, le invenzioni tecnologiche anticipano le abitudini delle persone, lasciando le invenzioni in mano a una banda di ignoranti, ai quali io certamente appartengo!
Arriviamo alla conclusione del mio sfogo/ragionamento ma tante altre cose sarebbe da dire.

Non sarà facile. Credere di poter tornare alla vita precedente senza capire che il giusto ritmo è quello di oggi e non quello di ieri, che la cattiveria che serpeggia tra le strade, quella cattiveria di ieri, con l’aggiunta di una forte dose di egoismo, ecco quel tipo di situazione, non è il mondo che vogliamo tornare a vivere, soprattutto pensando che quello sia il modo normale e unico di vivere. No, non è così!
Lasciatemi ancora urlare che tutto quel che ho scritto, è l’urlo di un milanese, imbruttito non lo so, ma certamente uno che non ha la visione dell’Italia tutta, perché Milano, per fortuna o purtroppo…alla Gaber… è un po’ un’altra cosa, ma nel bene o nel male, questa città riassume qualità e difetti di tutti, portandoli all’eccesso. Ecco, di tutto abbiamo bisogno, fuorché dell’eccesso.

pandemia e per non farci mancare nulla anche un link interno Pagina iniziale

Grazie per attenzione e pazienza,

Gianluca Emeri

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